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Giorno 2: La chiamata magica

Oggi mi è suonato il telefono: "Salve, mi ha dato il suo numero un nostro amico che ha seguito un percorso con Lei" (Io esulto! Esulto perché è bello quando qualcuno si fida di me e consiglia ad altre persone di contattarmi. Questa è la vera vittoria! Significa che hai svolto bene il tuo lavoro). "vorrei adottare un cane, ma non so quale sia il cane giusto per me". Standing ovation.


Sapete perché tutti noi educatori amiamo questa telefonata? Perché viviamo in un mondo fatto di apparenze e troppo spesso il cane viene scelto solo in base a canoni estetici.

Che follia, non credete? Scegliereste mai un amico per la sua bellezza? Forse qualcuno lo fa, ma a me non sembra un valore primario per instaurare un rapporto di fiducia e convivenza che sia il più duraturo possibile.

Vivere con un cane significa scendere a compromessi che sono dettati dagli interessi, passioni, difficoltà e occupazioni di ognuno di noi.

Scegliere con cautela significa andare a cercare potenziali affinità, significa prefigurarsi un'idea di cosa vorremmo fare con il nostro cane.


Scegliere in base all'estetica invece, senza badare alle particolarità di quell'individuo, può voler dire diminuire la possibilità che diventi un matrimonio felice.


(breve premessa: non tutti i cani sono uguali, non tutti i cani di una razza sono come ci aspettiamo che siano, ma ci sono buone probabilità che la mela non vada troppo lontana dal ramo).


Quella telefonata pre - adozione per noi educatori vuol dire tanto. Non solo la telefonata in sé, bensì l'abitudine a farla.

Personalmente credo che se ci affidassimo sempre a un professionista per sapere chi è il cane giusto per noi, si sentirebbero meno storie di abbandoni, di relazioni difficili, di cani "ingestibili" ecc...


Che colpa ne ha lui. Magari è fighissimo, ma dopo qualche mese noi gli stiamo sui coglioni. Immaginatevi un border collie adottato da una famiglia pigra che vuole uscire solo per andare al bar,

Questo è un potenziale esempio di matrimonio con buone possibilità di fallire.


Non è per forza così, ho visto anche coppie davvero mal assortite trovare un equilibrio improbabile.


Vi faccio l'esempio più classico. I JACK RUSSEL.

Ragazzi, i Jack Russel hanno una potenza e una determinazione che troppo spesso si pensa di poter sprecare su un divano. Non è un cane da compagnia. Al massimo tu, sei il suo umano da compagnia. Se e quando lo vuole.


I Jack Russel sono dei bastardi. (fermi tutti! io li amo fortissimamente, ma bisogna essere sinceri).

Vi assicuro che quelle bestiole sanno mettere a dura prova la nostra capacità di tener testa alle fissazioni di un cocciuto cacciatore di animaletti da tana.


Sapete perché sono piccoli? Non vi spaventate. Sono piccoli perché amano infilarsi nelle tane per cacciare i topi.

Non sono piccoli perché vogliono stare sul divano. Loro non vogliono essere i cani da "passeggiata in centro". Non sono cani da tenere in braccio. Vogliono uccidersi se la loro dignità viene massacrata.


Ecco, noi educatori vorremmo che i Jack Russel venissero adottati da chi sa cosa si sta portando a casa. Non vuol dire che non bisogna sceglierli, anzi, credo regalino emozioni incredibili a chi saprà apprezzarne le qualità. Ma questo vuol dire adottare con coscienza e conoscenza.


(la consulenza pre - adozione è un servizio che offro gratuitamente, proprio con l'intenzione di incentivare questa abitudine).


La domanda da porti è: Sei un intrepido e cocciuto avventuriero, ami andare in campagna e non hai paura di adottare un cane che ogni tanto ti chiederai se sia figlio del demonio?

Se la risposta è si, perfetto! Fatti avanti. Te la spasserai.


Ripeto: li amo, ma non ci vivrei. Sono meno cocciuta di loro e non ho voglia di discutere sull'appartenenza del divano.

Ho una collega, invece, che dice di non poter più vivere senza.




"arriva il cacciatore a cavallo, con quelle belle giacche sportive impermeabili, un po' unte, che hanno rappresentato anche da noi l'emblema del gentleman inglese ed erano così ambite all'inizio di questo secolo per passeggiare per Milano. Avevano una larga tasca sulla schiena. Tutti noi ci siamo sempre chiesti a cosa mai servisse, ma intanto, ci mettevamo perplessi i guanti e la sciarpa. Lì dentro, fremente per l'attesa, i cacciatori ci mettevano il Jack Russel, vivo, e quando era il momento, lo prendevano per il codino, lo lanciavano dal cavallo e lui era pronto già durante il volo all'atterraggio nella tana della volpe" ELENA GARONI

JACK RUSSEL AL LAVORO (se pensi di volerne adottare uno, guardalo fino alla fine!)



A riguardo, vi consiglio un libro da cui ho tratto la citazione sopra al video : "PIACERE DI CONOSCERTI" di Elena Garoni, edito da Tea.







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